Ciuccio: cosa dice il pediatra

L’uso del ciuccio rappresenta sempre un grande dilemma per i neogenitori… Come sempre, ci sono pareri e posizioni opposti che in molti casi sfociano nell’estremo.

Abbiamo qui ripreso l’intervista di “mondosalute” al dottor Trapani, pediatra, che assolve il famigerato succhietto e dà a mamme e papà qualche utile consiglio su come convincere il bambino ad abbandonarlo quando non serve più.

Un utilizzo controllato del ciuccio non provoca danni irreversibili né ai denti né alle arcate dentarie. Succhiare è un atto spontaneo, procura piacevoli sensazioni, sia che si tratti del seno, del ciuccio o del dito. È unantidoto alla paura e al senso di solitudine, un mezzo consolatorio. Per il bambino si tratta di un atto naturale in questa fase della vita perché consente di crescere più sereno, di addormentarsi meglio e di coccolarsi quando si risveglia ed è solo.
Concedere al bambino di tanto in tanto l’uso del ciuccio non è dannoso ed è meno dannoso della suzione del pollice, dal momento che esercita minore pressione sui denti ed è più controllabile dalla mamma che può decidere quando sottrarglielo. L’importante è non abusarne, per non renderne poi troppo difficile l’abbandono”.

E per convincerlo ad abbandonarlo quando diventa grande?

È impossibile stabilire un momento, un’età ideale per smettere di usare il ciuccio e che sia valida per tutti i bambini. L’importante è che in nessun caso sia un’interruzione improvvisa. Può essere usato dalla nascita o dal primo mese fino ai due-tre anni di età, ma è assolutamente sconsigliato far sparire il ciuccio senza dare spiegazioni al bambino, perché la perdita di un oggetto per lui così prezioso sarebbe solo un trauma. Poi arriva un momento in cui dire basta. A volte è lo stesso bambino a sbarazzarsene. Verso i tre anni, quando il piccolo acquista fiducia in se stesso e diventa più sicuro, molti bambini spontaneamente abbandonano il ciuccio, altri invece non vogliono proprio saperne di rinunciare al loro insostituibile compagno di sogni.

Per aiutare il bambino a separarsi dal ciuccio bisogna agire in modo graduale evitando azioni forzate e impositive e seguire dei piccoli accorgimenti:

1. Limitare l’uso alle situazioni più critiche, per esempio quando si addormenta o se la mamma è assente.

2. Distrarre il bambino spostando la sua attenzione verso altri oggetti o attività.

3. Proporre qualche compito “da grande” che con il ciuccio non possa fare.

4. Non focalizzare l’attenzione sul “problema ciuccio” con continui sforzi per farglielo abbandonare.

5. Non colpevolizzarlo se insiste a volerlo, ma lasciare che il “distacco” avvenga quando si sente psicologicamente pronto. Meglio evitare di farlo in concomitanza di altri cambiamenti radicali, come l’inserimento all’asilo o la nascita del fratellino.

Nota bene: se il ciuccio è “assolto” nella sua funzione di consolatore non significa che lo sia anche la pratica ancora molto diffusa di impregnarlo di zucchero o di miele… In questo caso, il parere dei pediatri è pressoché unanime: pessima abitudine che rischia di danneggiare seriamente i denti!

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