Allattamento artificiale, informazioni utili per le mamme che non allattano al seno

Quando ho personalmente incominciato a dare del latte artificiale alla mia bambina, mi sono trovata parecchio in conflitto! Si sentono dire tante cose: i latti non sono tutti uguali, devi rispettare rigorosamente gli orari, per non parlare poi di come prepararli! Ognuno ha il suo metodo! Ho fatto un po’ di ricerche su internet: neanche in questo vasto mondo della rete le informazioni combaciano! E quindi ho deciso di dare il mio contributo, basandomi sulla scientificità e soprattutto sulla logica deduttiva delle nozioni.

Innanzitutto: l’allattamento al seno, ovviamente, è da preferire in assoluto, in quanto contiene tutti gli elementi nutritivi necessari e, soprattutto, digeribili per il neonato. Inoltre contiene una sostanza che nessun latte artificiale potrà mai contenere: gli anticorpi. Infatti, il latte materno è ricchissimo di una particolare classe di anticorpi, la IgA, tipici esclusivamente del latte. Il neonato, fino ai 6 mesi circa di vita, ha un sistema immunitario immaturo per combattere i vari agenti patogeni provenienti dall’esterno: grazie agli anticorpi che la mamma passa nel latte, il neonato è “tutelato” dalle infezioni più comuni. Questo è il motivo principale per cui nessun latte potrà mai sostituire completamente quello materno.

Quando, però, l’allattamento al seno non può essere possibile (gravi malattie materne, utilizzo di particolari farmaci, malformazioni del capezzolo o del neonato oppure particolari esigenze lavorative materne…: ricordiamoci che allattare non dev’essere un obbligo, ma anche un momento piacevole di interazione madre-figlio), allora interviene il latte in polvere.

Ne esistono di molte marche in commercio, ma sono tutti composti nello stesso modo, si tratta di latti adattati, ovvero adattati alle particolari esigenze di un lattante. Sono poveri di proteine, ricchi di zuccheri e grassi digeribili: la partenza è dal latte vaccino, dal quale però vengono sottratte proteine troppo pesanti per il neonato da digerire e arricchito con lattosio, uno zucchero. I latti adattati variano a seconda dell’età del neonato: si distinguono in 1-2-3. Generalmente, il latte 1 può essere utilizzato fino al sesto mese, ovvero fino allo svezzamento, poi viene sostituito con il 2, il latte di proseguimento arricchito con ferro per ridurre il rischio di anemie. Infine, si inizia con il 3, verso l’anno di età, periodo in cui potrebbe essere inserito anche il latte fresco intero vaccino, non prima: intero perché almeno contiene il quantitativo di grassi necessari al bambino per il suo sviluppo, fresco perché almeno ha subito solo la pastorizzazione e non altri trattamenti per la lunga conservazione. Intorno ai 24 mesi può essere invece sostituito con quello parzialmente scremato, in quanto la quantità di grassi di cui necessita è diminuita.

In commercio, inoltre, esistono dei latti particolari, ovvero specifici per alcune patologie: ad esempio, per i bambini che soffrono di reflusso gastroesofageo hanno la caratteristica di essere più consistenti; o altri per neonati i cui genitori soffrono di diverse intolleranze alimentari (N.B: in quest’ultimo caso soprattutto sarebbe ancora più indicato l’allattamento al seno) e così via… Eccetto questi latti particolari, gli altri in commercio hanno la stessa composizione, adatta ai neonati.

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